LA NOVITÀ DELLA POSIZIONE DI GALILEO
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A Galileo si deve la prima
verifica di tipo empirico della teoria copernicana, che con l'opera dello scienziato pisano perde il carattere di mera ipotesi per diventare una vera e propria teoria scientifica, dotata di un
significato fisico oggettivo.
La novità della posizione di Galileo consiste proprio nel sostenere che il copernicanesimo rispecchia la vera struttura fisica dell'universo, e non è semplicemente una delle tante congetture possibili sulla sua configurazione.
Galileo fa qualcosa di più : nel 1609 punta il telescopio al cielo per osservare direttamente i fenomeni provare che il
sole è al centro del nostro sistema planetario. Sì tratta di una
svolta epocale nella storia della scienza, perché, nel dirigere il proprio sguardo indagatore al cielo, egli cancella secoli di convinzioni circa l'incorrubilitá e l'insondabilitá dei corpi celesti e decreta che anch'essi possono diventare, al pari dei corpi terrestri, oggetto di studio e di ricerca scientifica. L'importanza di Galileo consiste dunque nel fatto che ha contribuito più di ogni altro alla
riformulazione delle basi metodologiche della scienza moderna.
GLI STUDI E ELE SCOPERTE ASTRONOMICHE
Galileo compì la sua prima formazione a
Firenze e ottenne la prima docenza universitaria a
Pisa, per poi passare a
Padova nel 1592. Qui rimase fino al 1610 riscuotendo grande successo; la sua casa era frequentata da studiosi italiani e stranieri che ricorrevano a lui per acquisire una conoscenza sempre più approfondita della matematica e delle sue applicazioni nella soluzione dei problemi meccanici e tecnici. Si tratta del
periodo di maggiore sicurezza economica, tranquillità e popolarità del filosofo.
Galileo riuscì a individuare la presenza delle
macchie solari e a stabilire che la
luna presentava catene montuose valli crateri del tutto simili a quelli della terra queste scoperte di grande rilievo storico culturale oltre che scientifico contribuirono a demolire l'impostazione della fisica aristotelica la quale si basava sulla radicale differenza di natura tra i corpi celesti e quelli terrestri.
LA CONDANNA E L'ABIURA
La posizione di Galileo esplicitamente a favore del copernicanesimo lo espose alla riprovazione da parte della Chiesa. Il 12 novembre 1612 il
padre domenicano Niccolò Lorini condannó dal pulpito della chiesa di San Marco a Firenze
l'eresia copernicana. Galileo per la prima volta si venne a trovare in seria difficoltà: non doveva soltanto difendere la libertà e l'autonomia della ricerca scientifica, ma anche se stesso.
Galileo si vide costretto, dunque, ad approfondire l'analisi della Bibbia, per chiarire la natura dei rapporti tra la fede e la scienza e contestare l'accusa di eresia da parte del magistero.
Tra scienza e fede non c'è contraddizione ma
separazione di competenze, essendo due ambiti differenti, con due linguaggi diversi anche se riconducibili all'unico disegno del creatore.
Frutto di questo periodo è la sua opera più matura significativa,
il dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo tolemaico e copernicano, un testo in lingua volgare in forma dialogica pensato con la finalità di essere il più possibile diffuso e compreso da un vasto pubblico e con
l'obiettivo di far trionfare la verità della scienza copernicana. L'opera fu subito dopo censurata, il suo autore invitato a ritrattare. Infatti Galileo fu costretto alla ritrattazione obbligato a recitare la seguente formula: "abiuro,maledico, edetesto i suddetti errori ed eresie". Condannato al carcere, ottenne di poter spostare la
pena prima presso il vescovo di Siena e poi
nella sua casa di Arceti.
Morì l'8 gennaio 1642.