martedì 23 ottobre 2018

La filosofia della natura di Giordano Bruno

- Giordano Bruno afferma che l'universo è uno spazio infinito, costituito da infiniti mondi, infatti Dio è il principio primo infinito da cui non può discendere che un effetto infinito
- sostiene che Dio è immanente nella natura in quanto costituisce l'anima del cosmo che informa e plasma la materia. Come questo è conoscibile dall'uomo
- esalta la tecnica e lo spirito d'iniziativa dell'uomo, infatti l'uomo è superiore agli animali perché possiede l'intelletto e le mani ossia gli strumenti con cui manipola e conosce le cose del mondo in vista del progresso tecnico e scientifico
- indica la natura come il vertice della conoscenza, infatti è oggetto dell'ardore conoscitivo dell'uomo il quale riesce a sottrarsi ai desideri bassi e volgari e scopre di essere egli stesso natura

domenica 7 ottobre 2018

Galilei: la nascita della scienza moderna

LA NOVITÀ DELLA POSIZIONE DI GALILEO

A Galileo si deve la prima verifica di tipo empirico della teoria copernicana, che con l'opera dello scienziato pisano perde il carattere di mera ipotesi per diventare una vera e propria teoria scientifica, dotata di un significato fisico oggettivo.
 La novità della posizione di Galileo consiste proprio nel sostenere che il copernicanesimo rispecchia la vera struttura fisica dell'universo, e non è semplicemente una delle tante congetture possibili sulla sua configurazione.
Galileo fa qualcosa di più : nel 1609 punta il telescopio al cielo per osservare direttamente i fenomeni provare che il sole è al centro del nostro sistema planetario. Sì tratta di una svolta epocale nella storia della scienza, perché, nel dirigere il proprio sguardo indagatore al cielo, egli cancella secoli di convinzioni circa l'incorrubilitá e l'insondabilitá dei corpi celesti e decreta che anch'essi possono diventare, al pari dei corpi terrestri, oggetto di studio e di ricerca scientifica. L'importanza di Galileo consiste dunque nel fatto che ha contribuito più di ogni altro alla riformulazione  delle basi metodologiche della scienza moderna.

GLI STUDI E ELE SCOPERTE ASTRONOMICHE

Galileo compì la sua prima formazione a Firenze e ottenne la prima docenza universitaria a Pisa, per poi passare a Padova nel 1592. Qui rimase fino al 1610 riscuotendo grande successo; la sua casa era frequentata da studiosi italiani e stranieri che ricorrevano a lui per acquisire una conoscenza sempre più approfondita della matematica e delle sue applicazioni nella soluzione dei problemi meccanici e tecnici. Si tratta del periodo di maggiore sicurezza economica, tranquillità e popolarità del filosofo.

Galileo riuscì a individuare la presenza delle macchie solari e a stabilire che la luna presentava catene montuose valli crateri del tutto simili a quelli della terra queste scoperte di grande rilievo storico culturale oltre che scientifico contribuirono a demolire l'impostazione della fisica aristotelica la quale si basava sulla radicale differenza di natura tra i corpi celesti e quelli terrestri.

LA CONDANNA E L'ABIURA
 La posizione di Galileo esplicitamente a favore del copernicanesimo lo espose alla riprovazione da parte della Chiesa. Il 12 novembre 1612 il padre domenicano Niccolò Lorini condannó dal pulpito della chiesa di San Marco a Firenze l'eresia copernicana. Galileo per la prima volta si venne a trovare in seria difficoltà: non doveva soltanto difendere la libertà e l'autonomia della ricerca scientifica, ma anche se stesso.
Galileo si vide costretto, dunque, ad approfondire l'analisi della Bibbia, per chiarire la natura dei rapporti tra la fede e la scienza e contestare l'accusa di eresia da parte del magistero.Tra scienza e fede non c'è contraddizione ma separazione di competenze, essendo due ambiti differenti, con due linguaggi diversi anche se riconducibili all'unico disegno del creatore.
Frutto di questo periodo è la sua opera più matura significativa, il dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo tolemaico e copernicano, un testo in lingua volgare in forma dialogica pensato con la finalità di essere il più possibile diffuso e compreso da un vasto pubblico e con l'obiettivo di far trionfare la verità della scienza copernicana. L'opera fu subito dopo censurata, il suo autore invitato a ritrattare. Infatti Galileo fu costretto alla ritrattazione obbligato a recitare la seguente formula: "abiuro,maledico, edetesto i suddetti errori ed eresie". Condannato al carcere, ottenne di poter spostare la pena prima presso il vescovo di Siena e poi nella sua casa di Arceti.
Morì l'8 gennaio 1642.

La rivoluzione scientifica. Galilei e Bacone

I CARATTERI E LO SCENARIO DELLA RIVOLUZIONE SCIENTIFICA

Tra il 500 e gli inizi del Settecento si assiste in Europa un rapido progresso delle scienze che determina non solo l'acquisizione di nuove conoscenze, ma anche l'elaborazione di un nuovo metodo basato sull'osservazione dei fenomeni naturali e sull'applicazione del calcolo matematico. Tale straordinario evento é indicato con l'espressione "rivoluzione scientifica" in quanto ha segnato una profonda trasformazione nella mentalità e nella visione del mondo. I suoi protagonisti più importanti sono Copernico, Brahe, Keplero, Galilei, Bacone e Isaak Newton. 

Fa da scenario alla rivoluzione scientifica in particolare l'Europa del nord dove l'dica protestante, con il suo spirito di intraprendenza economica e culturale, stimola lo sviluppo dei traffici e dei commerci e l'innovazione tecnologica.

mercoledì 3 ottobre 2018

Montaigne e la ricerca di un nuovo equilibrio spirituale

L'ANALISI DI SE'

Montaigne è autore di un'unica grande opera a carattere autobiografico, i Saggi, in cui dipinge se stesso assumendo a oggetto e materia del libro la propria anima. Fin dall'introduzione egli avverte il lettore che ha davanti a sé un libro sincero in cui si possono leggere difetti di chi scrive presi sul vivo senza bugie né orpelli retorici. Per il pensatore francese, infatti, la struttura non è qualcosa di estrinseco, ma costituisce l'occasione per la riscoperta e la cura di sé, poiché in tal modo il filosofo  porta alla coscienza il proprio essere, nel bene nel male, e raggiunge quella serenità necessaria per guarire dalla sofferenza e dall'inquietudine interiori.

 Secondo Montaigne un valido rimedio contro il vizio della presunzione degli intellettuali consiste nel  rapportarsi ai secoli passati, studiare le opere e conoscere le imprese dei grandi uomini della storia, tra cui in primo luogo Socrate, il filosofo che assunse a scopo della propria missione la conoscenza di se stesso, meritandosi in tal modo l'appellativo di "uomo saggio"; egli rappresenta per Montaigne il punto di riferimento più importante e duraturo.

LA VULNERABILITÀ DELLA CONDIZIONE UMANA


 Nella sua riflessione Montaigne ha dunque continuamente presente i classici, in particolare Socrate l'epicureismo e lo storicismo.  L'uomo di Montaigne non ha soliti punti di riferimento a cui appoggiarsi e, privo delle certezze tradizionali, sperimenta le vertigini del dubbio, della precarietà e dello sradicamento. Montaigne osserva che nessun ritratto che fa dell'uomo un insieme ordinato e stabile è veritiero.  La nostra volontà è così debole che ci porta a ondeggiare continuamente tra  opinioni differenti, senza mai arrivare a volere qualcosa fermamente e assolutamente. Poiché gli uomini sono incostanti per natura sarebbe bene attendere la conclusione di una vita prima di giudicare un individuo: soltanto dopo la morte infatti si può delineare un profilo credibile.

I LIMITI DEL SAPERE UMANO

Dallo studio della storia delle vicende umane Montaigne ricava una lezione di scetticismo: non c'è alcuna opinione che si possa definire in assoluto superiore a un'altra.
Fin da piccoli siamo abituati a condividere certe opinioni e certi valori, escludendone altri; ma mano che cresciamo consolidiamo tali convinzioni, arrivando a considerarle il frutto di natura e di ragione anziché di abitudine, e giudicando irrazionale tutto ciò che risulta differente ed estraneo rispetto a esse. La ragione non è quindi in grado di dirci con certezza quale sia la verità, poiché essa non è uno strumento di conoscenza universale e oggettivo. Le opinioni degli uomini si alternano in una continua e ininterrotta successione senza mai cristallizzarsi in modo definitivo.

L'EPICUREISMO MODERATO E L'EDUCAZIONE ALLA MORTE

 L'analisi dell'uomo che Montaigne ha condotto fin qui ha mostrato un io debole e incerto, volubile e variabile. Quest'analisi tende a uno scopo pratico: la ricerca della salute e dell'equilibrio psicofisico dell'uomo
Un atteggiamento di moderazione si riscontra anche nei confronti dell'attività intellettuale, che non deve richiedere un impegno eccessivo, ma nemmeno troppo scarso. Montaigne dunque si mantiene lontano da ogni esagerazione preferendo uno stile di pensiero equilibrato al quale non mancano, peraltro, la fermezza e il coraggio. 
Per Montaigne inoltre la morte è la meta della nostra corsa, è inevitabile, essendo l'oggetto necessario della nostra mira montagne sostiene che il saggio deve allenarsi a guardare in faccia la morte anzi, deve imparare per tempo a non aver paura di essa e a considerarla un mezzo per raggiungere la vera liberazione dalle passioni e dai condizionamenti della vita. 

Kant

Immanuel Kant è uno dei massimi esponenti del pensiero occidentale, a cui ha dato un'impronta nuova segnando una vera e propria svolta n...